N
el 1886 l’
ingegner Ernesto Breda rilevò una piccola società milanese operante nel settore meccanico-ferroviario e costituì l’accomandita semplice
“Ing. Ernesto Breda & C.”. Nel 1889 la società cambiò la sua ragione sociale in
“Società Italiana Ernesto Breda” (SIEB). All’intento iniziale di specializzare l’azienda nella produzione esclusiva di locomotive e materiale ferroviario in genere, si affiancarono via via nuove produzioni, in particolare nel settore degli armamenti e delle macchine agricole.
I
l primo conflitto mondiale orientò ancor più lo sforzo produttivo della società sulle commesse militari, tanto che, oltre all’apertura di reparti siderurgici, nel 1917 si decise di realizzare un cantiere navale a Sacca Fisola, sul margine settentrionale dell’isola della Giudecca. La presenza di difficoltà logistiche e la mancata estensione alla Giudecca delle agevolazioni previste dalla legge di esenzione fiscale sui sovrapprofitti di guerra, convinsero la
SIEB ad acquisire, nell’ottobre del 1917, un terreno di 475.000 m² sulla sponda settentrionale del canale industriale nord di Porto Marghera. Nel 1923 terminò la costruzione del
Cantiere Navale Breda, che comprendeva una grande officina navale, una serie di scali per la costruzione di grandi scafi, una darsena con annessi scali e officina per la costruzione di galleggianti minori, officine meccaniche, falegnameria con annessa darsena per lo sbarco del legname, officine e banchine di allestimento, impianti per demolizione navi.
N
onostante le agevolazioni fiscali concesse, la cantieristica a Porto Marghera non si sviluppò rapidamente e il cantiere stentò ad avviare l’attività di costruzione mantenendo così un livello produttivo ridotto, varando scafi di piccole dimensioni e lavorando soprattutto alla demolizione di navi il cui ferro era riciclato nelle acciaierie del gruppo milanese.
A
lla vigilia della seconda guerra mondiale, nel 1936, la
SIEB era un grande complesso integrato, suddiviso in otto sezioni, così composto:
— Direzione generale, — Direzione centrale amministrativa, — Direzione centrale tecnica, — Reparto costruzione macchine industriali (Milano);
- Sezione I, elettromeccanica, locomotive e meccanica varia (Sesto San Giovanni);
- Sezione II, ferroviaria (Sesto San Giovanni);
- Sezione III, fucine (Sesto San Giovanni);
- Sezione IV, siderurgica (Sesto San Giovanni);
- Sezione V, aereonautica (Sesto San Giovanni; Cinisello);
- Sezione VI, armi (Brescia);
- Sezione VII, armi (Roma);
- Sezione VIII, cantiere navale (Marghera).
Nel 1941 fu costituita la Sezione IX, bombe e proiettili (Apuania).
N
el primo dopoguerra, la
SIEB fu impegnata nel difficile compito di riavviare la propria attività e risanare la grave situazione finanziaria. Fu così che nel 1951 il
FIM (Fondo per il Finanziamento dell’Industria Meccanica) nominò l’avv. Pietro Sette come commissario straordinario con l’incarico di procedere al riassetto del complesso industriale. La
SIEB si trasformò in una holding, la
“Finanziaria Ernesto Breda” (FEB), e le sezioni di produzione si costituirono in società per azioni controllate dalla
FEB. Il cantiere assunse la ragione sociale
“Cantiere Navale Breda”, con sede a Marghera (VE).
A
lla fine degli anni ’50 la
Breda, non essendo in grado di restituire i prestiti ricevuti dal
FIM, passò in mano pubblica, prima al
FIM stesso giacché maggior creditore e divenuto possessore dell’intero pacchetto azionario, e in seguito, nel 1962, all’
EFIM (Ente Finanziario Industrie Meccaniche). Dal 1973 al 1978 il cantiere di Marghera tornò in mano privata, al gruppo armatoriale
Lolli Ghetti, nell’intento di costruire una serie di navi per carichi misti; fu così avviata una profonda ristrutturazione che comprendeva la creazione di un nuovo bacino di prefabbricazione capace di ospitare navi con una stazza fino a 150.000 tonnellate.
C
on gli interventi eseguiti, il cantiere di Porto Marghera divenne un complesso di altissimo livello, secondo solo a quello di Monfalcone per grandezza, ma non per caratteristiche e modernità degli impianti. Ciò nonostante, la profonda crisi del mercato navale mondiale portò
Lolli Ghetti a rinunciare al suo progetto armatoriale. Fu così che nel 1978 il
Cantiere Navale Breda di Marghera ritornò all’
EFIM, per poi passare nel 1979 all’
Italcantieri (gruppo IRI) mantenendo la vecchia denominazione.
L
a
Italcantieri nel 1984 fu totalmente inglobata dalla
Fincantieri; da quel momento la denominazione del cantiere divenne
“Fincantieri – Cantieri Navali Italiani – Stabilimento di Venezia-Marghera”. La storica scritta
“Breda” incisa su marmo, posta all’ingresso, fu così coperta dall’attuale insegna
“Fincantieri”.
Attualmente lo stabilimento Fincantieri di Porto Marghera è un cantiere leader nella costruzione di navi da crociera, gioielli di eleganza e tecnologia che solcano i mari di tutto il mondo.